Vai menu di sezione

Casi e materiali sul fine vita in Italia

In questo dossier si raccolgono i principali materiali di carattere normativo, giurisprudenziale e tecnico-scientifico riguardanti le tematiche di fine vita nell’ordinamento italiano.

INDICE

  1. Il quadro normativo vigente
  2. Proposte di legge
  3. Principali documenti di comitati e comunità scientifiche
  4. Giurisprudenza
  5. Dottrina

Il quadro normativo

Il 14 dicembre 2017 è stato approvato in via definitiva il testo di legge in materia di consenso informato e disposizioni anticipate di trattamento, legge n. 219 del 2017

La disciplina sui diritti della persona nelle decisioni di fine vita, come indicato anche all'art. 1 della legge n. 219/2017, "tutela il diritto alla vita, alla salute, alla dignità e all’autodeterminazione della persona e stabilisce che nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata".

Oltre alle disposizioni della nuova legge, sono pertanto rilevanti anche i prinicpi di autodeterminazione, tutela del consenso e diritto al rifiuto dei trattamenti sanitari, desumibili da numerose fonti del norstro ordinamento.

Il quadro giuridico italiano sul fine vita è basato sulle seguenti fonti: 

  • Costituzione italiana: articoli 2, 13 e 32
  • Legge n. 833 del 23 Dicembre 1978, istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale
  • Legge n. 180 del 13 Maggio 1978 “Accertamenti e trattamenti sanitari volontari e obbligatori”
  • Codice penale: articolo 579 (Omicidio del consenziente); art. 580  (Istigazione o aiuto al suicidio)
  • Legge del 9 Gennaio 2004 n. 6 che ha introdotto nel Codice Civile l’istituto dell’amministrazione di sostegno con l’obiettivo di tutelare i soggetti con limitata capacità di compiere le funzioni della vita quotidiana
  • Legge n. 38 del 15 Marzo del 2010, disposizioni per garantire l’accesso del malato alle cure palliative e alla terapia del dolore
  • Codice di deontologia medica: art. 20 “relazione di cura; articolo 35 “consenso e dissenso informato”; art. 38 “Autonomia del cittadino e direttive anticipate“; articolo 33 “Informazione e comunicazione con la persona assistita”; art. 53 “Rifiuto consapevole di alimentarsi”
  • Legge n. 219 del 22 dicembre 2017 "Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento"
  • Decreto ministeriale n. 168 del 10 dicembre 2019 "Regolamento e Disciplinare tecnico della Banca dati nazionale delle Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT) - qui un riassunto del quadro normativo sulle DAT

Altre fonti:

Documenti sovranazionali e internazionali: 

Indice

Proposte di legge

Durante la XVII legislatura sono state presentate 16 proposte di legge in materia di consenso informato e dichiarazioni anticipate di trattamento. Prese in esame dalla XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, le proposte di legge sono state oggetto d'esame da parte di un Comitato Ristretto, interno alla Commissione, avente il compito di elaborare un testo unificato. 

Di seguito riportiamo l'elenco delle proposte di legge depositate, con le relative schede e i lavori preparatori:

  • C. 1142  Mantero (Norme in materia di consenso informato e di dichiarazioni di volontà anticipate nei trattamenti sanitari al fine di evitare l'accanimento terapeutico)
  • C. 1298  Locatelli (Disposizioni in materia di consenso informato e di dichiarazioni di volontà anticipate nei trattamenti sanitari)
  • C. 1432  Murer (Disposizioni in materia di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario)
  • C. 2229  Roccella (Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento)
  • C. 2264  Nicchi, (Disposizioni in materia di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di volontà per i trattamenti sanitari)
  • C. 2996  Binetti (Disposizioni relative all'alleanza terapeutica, in materia di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento)
  • C. 3391  Carloni (Disposizioni in materia di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di volontà per i trattamenti sanitari)
  • C. 3561  Miotto (Disposizioni in materia di alleanza terapeutica e di dichiarazioni anticipate di trattamento)
  • C. 3584  Nizzi (Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento)
  • C. 3586  Fucci (Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento)
  • C. 3596  Calabrò (Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento)
  • C. 3599  Brignone (Modifiche al codice civile in materia di consenso informato, di dichiarazione anticipata di volontà sui trattamenti sanitari e di testamento biologico, nonché istituzione della banca di dati telematica nazionale dei testamenti biologici)
  • C. 3630  Iori (Disposizioni in materia di rifiuto di trattamenti sanitari e direttive anticipate di trattamento)
  • C. 3723  Marzano (Disposizioni in materia di consenso informato, di rifiuto dei trattamenti sanitari e di dichiarazioni anticipate di trattamento)
  • C. 3730  Marazziti (Disposizioni in materia di dichiarazioni anticipate di trattamento, di consenso informato e di pianificazione condivisa dei trattamenti sanitari)
  • C. 3970  Silvia Giordano (Disposizioni in materia di consenso informato, di disposizioni anticipate di trattamento e di testamento biologico).

Altre 4 proposte di legge, in materia di eutanasia, sono state sottoposte all'esame congiunto della XII Commissione Affari Sociali e della II Commissione Giustizia.

Di seguito riportiamo l'elenco delle proposte di legge depositate, con le relative schede e i lavori preparatori:

  • C. 2973 Nicchi (Norme in materia di eutanasia)
  • C. 1582 d'iniziativa popolare (Rifiuto di trattamenti sanitari e liceità dell'eutanasia)
  • C. 2218 Di Salvo (Norme in materia di eutanasia)
  • C. 3336 Bechis (Disposizioni in materia di eutanasia e rifiuto dei trattamenti sanitari) 

Per alcuni approfondimenti sull'iter parlamentare cfr. l'articolo di Donata Lenzi, Consenso informato e DAT. Riprende il cammino parlamentare , pubblicato in BioLaw Journal, 2/2016, pp. 305-307.

Aggiornamenti

Il 7 dicembre 2016 la XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati ha approvato all’unanimità il testo che unifica le 16 proposte di legge sul consenso informato e sulle dichiarazioni anticipate di trattamento attualmente assegnate per l'esame alla Commissione.

A partire dal 13 marzo 2017, il testo unificato, modificato rispetto alle versione originaria, è in discussione alla Camera.

Il 14 dicembre 2017 il Senato della Repubblica ha approvato in via definitiva il disegno di legge recante "Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento " (legge n. 219 del 2017). 

Indice

Principali documenti di comitati e comunità scientifiche

Comitato Nazionale per la Bioetica (CNB)

Parere del 18 luglio 2019: Riflessioni bioetiche sul suicidio medicalmente assistito

Parere del 29 gennaio 2016:  Sedazione palliativa profonda continua nell’imminenza della morte

Parere del 24 ottobre 2008: Rifiuto e rinuncia consapevole al trattamento sanitario nella relazione paziente-medico 

Parere del 30 settembre 2005: L'alimentazione e l'idratazione dei pazienti in stato vegetativo persistente

Parere del 18 dicembre 2003: Dichiarazioni anticipate di trattamento

Società medico-scientifiche

Linee propositive per un diritto della relazione di cura e delle decisioni di fine vita – SIAARTI (2015)

Le cure di fine vita e l’anestesista-rianimatore: raccomandazioni SIAARTI per l’approccio al malato morente (2006)

FEDERAZIONE DELLE SOCIETÀ ITALIANE DI NUTRIZIONE (FESIN), Alimentazione e Nutrizione in parole. Glossario di Alimentazione Nutrizione Umana, in collaborazione con Segretariato Sociale RAI, Aprile 2010.

Linee guida SINPE per la Nutrizione Artificiale

Indice 

Giurisprudenza

Il caso di Eluana Englaro

Corte di Cassazione - sez. I civ. - sent. 16 ottobre 2007, n. 21748: caso Englaro

La Corte di Cassazione italiana, in un caso relativo alla richiesta da parte del tutore di una ragazza posta in condizione di “stato vegetativo permanente” di interrompere l’idratazione e l’alimentazione artificiali somministrate alla stessa, ha ammesso che il giudice possa autorizzarne l’interruzione soltanto in presenza di due circostanze concorrenti:

  • l’irreversibilità della condizione di stato vegetativo della paziente, scientificamente fondata, in modo che non vi sia, in base agli standard scientifici internazionalmente riconosciuti, alcuna possibilità di recupero della coscienza e delle capacità di percezione;
  • l’accertamento univoco della volontà della paziente, sulla base di elementi tratti dal vissuto della medesima, dalla sua personalità e dai convincimenti etici, religiosi, culturali e filosofici, circa il rifiuto alla continuazione del trattamento.
Consiglio di Stato - sent. n. 04460/2014: illegittima la decisione della Regione Lombardia sul caso Englaro

Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso presentato dalla Regione Lombardia avverso la sentenza di annullamento (T.A.R. Lombardia, sent. 214 del 26.1.2009) del provvedimento della Regione con il quale la Direzione Generale Sanità aveva negato la possibilità di accesso a una struttura regionale per ottenere il distacco del sondino naso-gastrico che alimentava e idratava artificialmente Eluana Englaro. Il distacco era stato autorizzato dalla Corte d’Appello di Milano (decreto 9.7.2008) nel giudizio di rinvio disposto dalla Corte di Cassazione (sent. 21748/2007).

Tar Lombardia - sent. n. 650/2016: condanna della Regione Lombardia al risarcimento dei danni nel caso Englaro

Il Tar della Lombardia ha condannato la Regione a risarcire i danni patrimoniali e non patrimoniali per la decisione di impedire l’interruzione dei trattamenti di sostegno vitale, contrariamente a quanto stabilito dalla Corte d’Appello di Milano nel 2008, in seguito alla pronuncia della Cassazione del 2007.

Il caso di Piergiorgio Welby

Tribunale di Roma - sent. n. 2049/2007 - Caso Welby: non luogo a procedere nei confronti del medico che ha interrotto il trattamento di sostegno vitale

Il giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Roma ha dichiarato il non luogo a procedere nei confronti del medico, il dott. Riccio, in quanto non punibile del reato di omicidio del consenziente ex art. 579 c.p., nonostante l’esistenza di tutti gli elementi costitutivi del reato, per la sussistenza dell’esimente dell’adempimento di un dovere ex art. 51 c.p.

Il caso di Enzo Forzatti

Corte d’Assise d’Appello di Milano - sent. 24 aprile 2002: caso Forzatti

La Corte d’assise d’appello di Milano riforma la sentenza di condanna di primo grado del sig. E. Forzatti in merito all’imputazione di uxoricidio premeditato, poiché reato impossibile per inesistenza dell’oggetto, in particolare un omicidio impossibile per insufficienza della prova dell’esistenza in vita della persona che l’imputato avrebbe inteso sopprimere. Nei fatti il sig. Forzatti, rispettando la volontà precedentemente espressa dalla moglie e minacciando con un’arma da sparo (poi risultata scarica) gli operatori sanitari per tenerli lontano, aveva staccato i tubi di collegamento dell’impianto di ventilazione che la teneva in vita, provocandone così il decesso.

Il caso di Walter Piludu

Tribunale di Cagliari - decisione 16 luglio 2016: giudice tutelare ordina interruzione trattamenti di sostegno vitale

Il Giudice tutelare del Tribunale di Cagliari, pronunciandosi sulla richiesta dell’amministratore di sostegno di W.P., malato di SLA, ha autorizzato, previa assunzione del consenso attuale di W.P. (e in caso di sopravvenuta incapacità, del suo amministratore di sostegno), l’interruzione del trattamento di sostegno vitale mediante respirazione artificiale, previa sedazione.

Il caso Fabiano Antoniani

In seguito ad un grave incidente stradale, avvenuto nel 2014, Fabiano Antoniano rimane cieco e paraplegico. Dopo essersi sottoposto a diversi trattamenti anche sperimentali, nella consapevolezza dell’irriversabilità della prognosi matura in lui la decisione di mettere fine a una vita che concepiva indignitosa. Per questo motivo entra in contatto con Marco Cappato che nel febbraio del 2017 lo accompagna in Svizzera per sottoporsi alla procedura di accompagnamento alla morte volontaria (c.d. suicidio assistito). Al suo ritorno in Italia, dopo essersi autodenunciato, Marco Cappato viene iscritto nel registro degli indagati per il reato di aiuto al suicidio ex art. 580 cod. pen.

Nel maggio del 2017 il Procuratore della Repubblica ritiene che la condotta di Marco Cappato rientri tra le condotte di partecipazione materiale o fisica al suicidio punite ex art. 580 cod. pen., mentre esclude la partecipazione morale o psichica in quanto l’indagato non risulta aver influito sul processo di formazione della volontà suicida dell’Antoniani. Tuttavia, dal momento che l’indagato non ha avuto alcun ruolo materiale nella fase esecutiva vera e propria della morte del sign. Antoniani, la sua condotta in sé considerata si configura tra gli atti preparatori penalmente irrilevanti senza integrare il reato di cui all’art. 580 cod. pen. e per questo richiede al Giudice per le indagini preliminari l’archiviazione del procedimento nei confronti di Marco Cappato.

Nel luglio del 2017 il GIP rigetta la richiesta di archiviazione e ordina al PM di disporre l’imputazione coatta per il reato di assistenza al suicidio nei confronti di Marco Cappato. Infatti secondo il GIP la condotta del Cappato deve essere inquadrata all’interno della fattispecie di cui all’art. 580 cod. pen. in quanto partecipazione materiale e morale al suicidio per aver agevolato l’esecuzione materiale del suicidio e aver rafforzato il proposito suicidiario di Fabiano Antoniani.

Dopo aver escluso che l’intervento di Marco Cappato abbia in alcun modo contribuito a rafforzare la decisione suicidiaria di Fabiano Antoniani, nel febbraio del 2018 la Corte d’Assise di Milano solleva questione di legittimità costituzionale dell’art. 580 cod. pen. nella parte in cui incrimina le condotte di aiuto al suicidio a prescindere dal loro contributo alla determinazione e al rafforzamento del proposito suicidiario, in quanto ritiene tale incriminazione in contrasto e violazione dei principi costituzionali (artt. 3, 13 co.2, 25 co.2, 27 co.3 Cost.) che individuano la ragionevolezza della sanzione in funzione dell’offensività della condotta accertata. 

Con ordinanza n. 207/2018 la Corte Costituzionale ha rinviato all’udienza pubblica del 24 settembre 2019 la trattazione delle questioni di legittimità costituzionale dell'art. 580 c.p., sollevate dalla Corte d'assise di Milano.

Un anno dopo, con sentenza n. 242/2019, la Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 580 c.p. nella parte in cui non esclude la punibilità di chi, in presenza di specifiche e determinate condizioni, agevoli l’esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi.

Il caso Mario

Mario (nome di fantasia), paziente affettto da tetraplegia irreversibile, chiedeva la prescrizione di un farmaco per porre fine alla propria vita, previa verifica dei presupposti di non punibilità per l'aiuto al suicidio, previsti dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 242/2019.

Il Tribunale di Ancona, in data 26 marzo 2021, aveva respinto la richiesta, sulla base dell'asserita inesistenza, nonostante la pronuncia della Corte costituzionale, di un "diritto a morire".

Con ordinanza del 9 giugno 2021, al contrario, il Tribunale ha accolto il reclamo contro la precedente decisione e ha ordinato all'Azienda Sanitaria Unica Regionale di accertare la sussistenza dei requisiti richiesti dalla Corte costituzionale e l'idoneità del medicinale individuato dal paziente.

L'Azienda Sanitaria Unica Regionale delle Marche, con parere del 9 novembre 2021, ha accertato la sussistenza dei requisiti richiesti, ma ha ritenuto di non potersi esprimere riguardo l'idoneità del farmaco. Questo aspetto è stato affrontato nella relazione del Gruppo Tecnico Multidisciplinare che ha valutato l'idoneità del farmaco Tiopentone, appropriato per la procedura di suicidio assistito, ma al tempo stesso ha ricordato che, in assenza di una disciplina normativa nazionale, la valutazione delle modalità attuative della scelta rimane soggettiva e discrezionale.

Altri casi

Tribunale di Ancona - Ordinanza 1 febbraio 2022: imposta all'azienda sanitaria la verifica dei presupposti per l'aiuto al suicidio nel caso Antonio

Il Tribunale, in un caso analogo al Caso Mario, ha imposto all'ASUR la verifica della sussistenza dei presupposti stabiliti dalla Corte costituzionale nella sentenza n. 242/2019 per l'operatività della causa di non punibilità del suicidio assistito. Pur non avendo la Corte introdotto un vero e proprio "diritto a morire", si è creato sul piano del diritto positivo un "diritto del malato a richiedere alla struttura competente il procedimento per l'accertamento delle condizioni per l'operatività della causa di non punibilità".

Corte di Cassazione - sez. I pen. - sent. 31 marzo 2016, n. 1298: eutanasia e omicidio volontario 

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 9 anni e 4 mesi comminata a un uomo accusato di aver ucciso la moglie: l’uomo, imputato di omicidio aggravato, aveva confessato, dieci giorni a seguito dell’accaduto, di aver colpito la moglie con una coltellata, dopo aver tentato di ucciderla con una elevata dose di sedativo (Lexotan).

Corte d’Appello di Milano - sent. 19 agosto 2011, n. 2359: caso Liessi

La Corte d’Appello di Milano condanna l’Azienda Ospedaliera Ospedale S. Carlo Borromeo e alcuni medici dipendenti della detta struttura sanitaria, convenuti in giudizio d’appello dalla vedova Liessi, per aver sottoposto coattivamente a trasfusione di sangue il paziente Remo Liessi, ministro di culto dei Testimoni di Geova, nonostante il suo lucido e reiterato rifiuto.

Amministratore di sostegno

Corte di Cassazione sent. n. 23707/2012 – Amministratore di sostegno e DAT

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una donna che in primo e secondo grado di giudizio si era vista respingere la richiesta di nomina di un amministratore di sostegno perché la perdita di capacità era futura e meramente eventuale.

Tribunale di Cagliari - giudice tutelare, sent. 22 ottobre 2009: nomina amministratore di sostegno

Il giudice tutelare del Tribunale di Cagliari si è pronunciato sul ricorso di una donna, non affetta da alcuna patologia, che chiedeva la nomina di un amministratore di sostegno in caso di sua eventuale futura incapacità. Il ricorso viene accolto e la nomina dell’amministratore di sostegno è condizionata all’insorgenza dell’incapacità e limitata alla durata della patologia; l’incarico dell’amministratore nominato è di far rispettare le dichiarazioni anticipate di trattamento della ricorrente.

Tribunale di Modena - sent. 13 maggio 2008: nomina amministratore di sostegno pro futuro

Il giudice tutelare del Tribunale di Modena ha nominato quale amministratore di sostegno di una donna affetta da SLA il marito della paziente. Il potere-dovere di esprimere il rifiuto alla ventilazione meccanica invasiva dovrà essere esercitato in caso di incapacità della paziente e qualora la stessa non abbia espresso una volontà opposta quando ancora in coscienza.

Indice

Dottrina

In questa sezione del nostro sito sono disponibili le principali pubblicazioni relative alle tematiche del fine vita. 

Il fascicolo n. 3/2016 di BioLaw Journal - Rivista di BioDiritto ha ospitato una call for papers dedicata alle tematiche del fine vita e un forum sul primo caso di eutanasia minorile in Belgio. 

Il fascicolo n. 1/2018 di BioLaw Journal - Rivista di BioDiritto ha ospitato un forum sulla nuova legge, con un commentario articolo per articolo.

Qui sotto alcuni contributi a commento dell'ordinanza n. 207/2018 e della sentenza n. 242/2019 della Corte costituzionale:

Lorenzo d'Avack: L'aiuto al suicidio medicalizzato sotto il controllo della Corte costituzionale

Stefano Canestrari: Una sentenza "inevitabilmente infelice": la "riforma" dell'art. 580 c.p. da parte della Corte costituzionale (pubblicato in Rivista italiana di diritto e procedura penale, 4, 2019, 2159-2179).

Seminario su “Suicidio assistito e valori costituzionali"

Si raccolgono qui gli atti del Seminario "Suicidio assistito e valori costituzionali: un orizzonte da delineare”, tenutosi il 15 marzo 2019 presso il Senato della Repubblica, con il patrocinio della Camera dei deputati, organizzato da Accademia Aletheia, Dipartimento di Scienze giuridiche e politiche dell’Università G. Marconi e Scuola Territoriale della Camera Penale di Roma

---

Stefano Canestrari, I tormenti del corpo e le ferite dell'anima: la richiesta di assistenza a morire e l'aiuto al suicidio

---

Giorgio Licci,  Brevi note sulla natura esistenziale e giuridica della rinuncia volontaria alla vita

---

Maria Beatrice Magro,  The last dance. Riflessioni a margine del c.d. caso Cappato

---

Giorgio Nardone,  Aiutare al suicidio o ad una buona morte?

---

Tullio Padovani,  Dovere di vivere e aiuto al suicidio: un sintagma?

---

Fulvio Pastore,  Alcune riflessioni sulla questione di legittimità costituzionale sollevata dalla Corte d'Assise di Milano con ordinanza del 14.2.2018 con riferimento al reato di aiuto al suicidio

---

Pietro Pomanti,  Quanto si chiede al diritto penale?

---

Chiara Tripodina,  Non possedere più le chiavi della propria prigione. Aiuto al suicidio e Costituzione tra libertà, diritti e doveri

Indice

Pubblicato il: Mercoledì, 23 Novembre 2016 - Ultima modifica: Venerdì, 04 Marzo 2022
torna all'inizio