Questa sezione raccoglie decisioni rese da diverse giurisdizioni, nazionali, europee e internazionali, sulle tematiche del biodiritto.

Questa sezione raccoglie decisioni rese da diverse giurisdizioni, nazionali, europee e internazionali, sulle tematiche del biodiritto.
Secondo il Tribunale di Milano, non è ammissibile la dichiarazione giudiziale di maternità nei confronti di una donna che ha dichiarato al momento del parto di non voler essere nominata nel certificato di nascita del figlio.
Il Tribunale di Milano ha assolto una coppia di cittadini italiani che erano stati imputati del reato di alterazione di stato dopo essere rientrati in territorio italiano con un neonato partorito a seguito di surrogazione di maternità in Ucraina (con fecondazione eterologa).
Secondo il Tribunale di Milano l’intervento del legislatore del 2012 (legge 189/2012 che converte il decreto Balduzzi 158/2012) comporta una riqualificazione della responsabilità del medico ospedaliero che tornerebbe ad essere configurabile come responsabilità da fatto illecito.
Il Tribunale di Milano ha condannato due persone per falsa dichiarazione in atti dello stato civile ai sensi dell'art. 495, co. 2, n. 1 c.p., in relazione allo stato civile del loro figlio, nato grazie a un procedimento disurrogazione di maternità all'estero.
Il Giudice per le indagini preliminari ha respinto la richiesta di archiviazione, formulata dal Procuratore della Repubblica in data 2 maggio 2017, ordinando al Pubblico Ministero di disporre l’imputazione coatta per il reato di assistenza al suicidio di cui all’art. 580 cod. pen. nei confronti di Marco Cappato per aver rafforzato il proposito suicidario di Antoniano Fabiani.
Il Giudice per le indagini preliminari di Milano ha sollevato la questione di legittimità costituzionale dell’articolo 580 c.p., come modificato dalla Corte costituzionale con sentenza n. 242/2019, nella parte in cui subordina la non punibilità di chi agevola il suicidio altrui alla circostanza che la persona che chiede di attuare il proposito suicidario sia tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale. La Corte è chiamata a chiarire se possa applicarsi la fattispecie di suicidio medicalmente assistito anche nell’ipotesi in cui il paziente non fosse tenuto in vita da un trattamento sanitario vitale in quanto il trattamento offerto sia stato rifiutato dal paziente in quanto futile o inutile perché espressivo di accanimento terapeutico secondo la scienza medica e non dignitoso secondo la sensibilità e percezione del malato.
Il Tribunale di Milano ha accolto il ricorso promosso dall’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI) ed Emergency ONG Onlus contro la Regione Lombardia, avente ad oggetto l’accertamento del diritto dei cittadini disoccupati di godere del regime di esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria.
Il Tribunale di Milano ha sollevato una questione di legittimità costituzionale in relazione all'art. 3 del cd. decreto Balduzzi (d.l. 158/2012 convertito con modificazioni dalla l. n. 189/2012), per violazione degli artt. 3, 24, 25, 27, 28, 32, 33 e 111 Cost.
Il Tribunale di Modena ha stabilito che, in caso di contraddittorietà della volontà manifestata in precedenza dal paziente, è il personale medico a decidere sull’intervento salvavita.
Il giudice tutela del Tribunale di Modena ha nominato quale amministratore di sostegno di una donna affetta da SLA il marito della paziente. Il potere-dovere di esprimere il rifiuto alla ventilazione meccanica invasiva dovrà essere esercitato in caso di incapacità della paziente e qualora la stessa non abbia espresso una volontà opposta quando ancora in coscienza.