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Tribunale di Trieste - Giudice dell'Udienza Preliminare - sent. 4 ottobre 2013: maternità surrogata all'estero e assoluzione dal reato di alterazione di stato
4 ottobre 2013

Il Tribunale di Trieste ha assolto una coppia di cittadini italiani che erano stati imputati del reato di alterazione di stato (art. 567, co. 2 c.p.) dopo essere rientrati in territorio italiano con due gemelli partoriti a seguito di surrogazione di maternità in Ucraina (con fecondazione eterologa).

Anno
2013

Secondo il PM li reato contestato era da ritenere commesso nel territorio dello Stato perché la condotta criminosa si era completata e perfezionata in Italia con la trascrizione dei certificati di nascita ottenuti in Ucraina nei registri dello stato civile del Comune di Trieste. Tali certificati, secondo l'accusa, avrebbero dovuto essere considerati come “ideologicamente falsi” poiché in essi la donna italiana era indicata come madre dei minori.

Il Tribunale rigetta la suddetta impostazione poiché in base alla normativa ucraina la maternità surrogata sarebbe possibile sia nella forma omologa che eterologa; in questo ultimo caso «al termine della procedura, il nato viene considerato figlio della coppia contraente, anche se nel caso di specie solo l'uomo ne è padre naturale, ed in conformità di ciò viene rilasciato dalle Autorità ucraine il relativo certificato di nascita».

I certificati di nascita paiono, dunque, «formalmente validi», venendo così meno la materialità del reato ipotizzato.

Quanto all'elemento psicologico, la consapevolezza degli imputati circa la legittimità della pratica della maternità surrogata in Ucraina «faceva loro ritenere (correttamente) che le certificazioni rilasciate fossero del tutto regolari».

Secondo il giudice resta aperta la questione, di matrice civilistica, legata alla possibilità di darsi ingresso in Italia, «tramite la trascrizione dei certificati di nascita stranieri, alla legge straniera che consente la cd. Maternità surrogata eterologa, ai soli fini del rapporto di filiazione».

Il giudice dichiara dunque l'assoluzione degli imputati perché il fatto non costituisce reato.

 Nel box download il testo della sentenza.

Una analoga pronuncia del Tribunale di Milano.

Marta Tomasi
Pubblicato il: Venerdì, 04 Ottobre 2013 - Ultima modifica: Giovedì, 06 Giugno 2019
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