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Giurisprudenza

Questa sezione raccoglie decisioni rese da diverse giurisdizioni, nazionali, europee e internazionali, sulle tematiche del biodiritto.

Corte di Giustizia UE - Léger v. Ministre des Affaires sociales et al. : limitazioni alla donazione del sangue per gli omosessuali
29 aprile 2015

  • In una domanda di pronuncia pregiudiziale vertente sull’interpretazione di un allegato della direttiva d’attuazione della direttiva sui requisiti tecnici del sangue e degli emocomponenti, la Corte di Giustizia UE ha stabilito che il criterio di esclusione permanente dalla donazione di sangue in base al comportamento sessuale comprende anche l’ipotesi in cui uno Stato membro preveda una controindicazione permanente alla donazione di sangue per gli uomini omosessuali, purché siano soddisfatte alcune condizioni mediche e scientifiche.

Corte di Giustizia UE - N. W. et al. v. Sanofi Pasteur MSD SNC et al. : vaccini difettosi e nesso di causalità
21 giugno 2017

  • La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha ammesso, mediante la sentenza pubblicata il 21 giugno 2017, causa C-621/15, la possibilità di considerare validi alcuni elementi di fatto, qualora sufficientemente gravi, precisi e concordanti, nell’accertamento del nesso di causalità fra il difetto di un vaccino e una malattia sviluppata in seguito alla somministrazione, nonostante la ricerca medica non si sia pronunciata né favorevolmente né sfavorevolmente a riguardo. 

Corte di Giustizia UE - Sentenza C-247/23: Rettifica dei dati sull’identità di genere e art. 16 GDPR
13 marzo 2025

  • Con la sentenza del 13 marzo 2025 (causa C-247/23), la Corte di Giustizia dell’Unione Europea si è pronunciata rispetto all’interpretazione dell’art. 16 del Regolamento (UE) 2016/679 (GDPR), affermando che il diritto alla rettifica dei dati personali si estende anche ai dati relativi al genere e che gli Stati membri non possono subordinare tale diritto alla prova di un intervento chirurgico di riassegnazione del sesso.

Corte di Giustizia UE – C.Z. e altri c. Ilva: inquinamento e pericoli per la salute umana
25 giugno 2024

  • Il 25 giugno 2024 la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, durante il ricorso incidentale sollevato dal tribunale di Milano in una controversia riguardante lo stabilimento Ilva, ha affermato che la nozione di “inquinamento” ai sensi della Direttiva 2010/75 relativa alle emissioni industriali include sia i danni all’ambiente che quelli sulla salute umana ed entrambi gli aspetti devono essere valutati nel procedimento di rilascio e di riesame per l’autorizzazione per l’esercizio di un’attività industriale.

Corte di Giustizia UE – Caso Petru: rimborso cure mediche ricevute in altro Stato membro
9 ottobre 2014

  • In un procedimento avente ad oggetto una domanda di pronuncia pregiudiziale sull’interpretazione dell’art. 22, par. 2, del regolamento 1408/71, la Corte di Giustizia ha affermato che la previa autorizzazione necessaria per ottenere il rimborso di spese mediche sostenute all’estero non possa essere negata qualora le cure mediche non possano essere ottenute nello Stato membro di residenza entro un termine ragionevole a causa della mancanza di farmaci e materiali medici di prima necessità.

Corte di Giustizia UE – Commissione Europea v. Italia: disabili e lavoro
4 luglio 2013

  • L'Italia è stata condannata dalla Corte di Giustizia per non aver imposto a tutti i datori di lavoro di prevedere, in funzione delle esigenze delle situazioni concrete, soluzioni ragionevoli applicabili a tutti i disabili, venendo così meno al suo obbligo di recepire correttamente e completamente l’articolo 5 della direttiva 2000/78/CE del Consiglio, del 27 novembre 2000, che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro.

Corte di Giustizia UE – Commissione Europea v. Polonia: condanna della Polonia per esclusione di cellule riproduttive, tessuti fetali e tessuti embrionali da atto di recepimento direttive UE
11 giugno 2015

  • La Corte di Giustizia (Terza sezione) condanna la Repubblica di Polonia per aver trasposto nel proprio ordinamento le direttive 2004/23/CE, 2006/17/CE e 2006/86/CE in modo incompleto, escludendo dall’applicazione della normativa nazionale di trasposizione le cellule riproduttive, i tessuti fetali e i tessuti embrionali.

Corte di Giustizia UE – CR, GF e TY v. Austria: ricongiungimento familiare di un rifugiato minore in uno Stato membro
30 gennaio 2024

  • Nella decisione della Corte di Giustizia si stabilisce che l’art 10 par. 2 e 3 lettera a) della direttiva 86/2003 deve essere interpretato avendo sempre considerazione del superiore interesse del minore e perseguendo, in base alle condizioni precipue, il ricongiungimento familiare con il minore rifugiato in uno Stato membro dell’Unione europea.

Corte di Giustizia UE – D.M. v. Azienda Ospedale-Università di Padova: validità delle autorizzazioni all’immissione in commercio condizionate per i vaccini contro il COVID-19 e legittimità dell’obbligo vaccinale nazionale
13 luglio 2023

  • La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha dichiarato irricevibili le questioni pregiudiziali sollevate dal Tribunale di Padova, nell’ambito di una controversia fra un’infermiera, D.M., e l’Azienda Ospedale-Università di Padova, che ha sospeso la lavoratrice dalle sue funzioni, senza diritto di retribuzione, a causa dell’inadempimento dell’obbligo nazionale di vaccinazione di cui all’art. 4 del d.l. 44/2021.

Corte di Giustizia UE – Garante europeo della protezione dei dati v. Comitato di risoluzione unico: la qualificazione dei dati come personali o pseudonimizzati va svolta dal punto di vista del titolare, non del destinatario, del trattamento
4 settembre 2025

  • La Corte di Giustizia dell’UE, con la sentenza Deloitte, conferma la propria precedente giurisprudenza in materia di trattamento dei dati pseudonimizzati ma allo stesso tempo introduce un nuovo criterio di interpretazione. Da un lato, infatti, essa conferma il criterio del rischio in concreto, già definito nella sentenza Breyer, secondo cui i dati pseudonimizzati non possono essere considerati personali in mancanza di una concreta possibilità che il destinatario possa reidentificare gli interessati. Dall’altro lato, la Corte sostiene però che l’analisi vada fatta dal punto di vista del titolare del trattamento: se per il titolare i dati restano personali, la comunicazione verso i terzi rimane una comunicazione di dati personali. Di conseguenza, il titolare è tenuto ad elencare i destinatari del trattamento nell’informativa, anche se di fatto per quest’ultimi i dati ricevuti non hanno più la qualità giuridica di dati personali (non essendo i destinatari in grado di reidentificare gli interessati).

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Pubblicato il: Venerdì, 04 Gennaio 2019 - Ultima modifica: Giovedì, 20 Giugno 2019
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