Questa sezione raccoglie decisioni rese da diverse giurisdizioni, nazionali, europee e internazionali, sulle tematiche del biodiritto.
 
            
    
    
      
  
    
  Questa sezione raccoglie decisioni rese da diverse giurisdizioni, nazionali, europee e internazionali, sulle tematiche del biodiritto.
 
            
    
    
      
  
    
  In data 12 marzo 2020 la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha espresso due giudizi di manifesta infondatezza in due casi sollevati contro la Svezia da aspiranti ostetriche che si sono viste negare il diritto di obiezione di coscienza all'interruzione volontaria di gravidanza.
Basandosi su un esame preliminare del merito dei casi, il comitato di tre giudici incaricato dell’esame dell’ammissibilità ha deciso che la mancata tutela dell’obiezione di coscienza delle ricorrenti non costituisce violazione degli articoli 9, 10 e 14 della CEDU e ha, pertanto, rigettato i due ricorsi in quanto manifestamente infondati.
La Grande Camera della Corte europea dei diritti dell’uomo afferma che la legge finlandese che subordina la rettificazione di attribuzione anagrafica del sesso al divorzio o alla conversione del matrimonio in unione civile registrata non viola gli articoli 8, 12 e 14 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
Nel caso Haugen v. Norvegia la Corte EDU ha ravvisato una violazione degli art. 2 (diritto alla vita) e art. 13 (diritto ad un ricorso effettivo) della Convenzione in quanto le autorità norvegesi non hanno tenuto una condotta tale da evitare il suicidio di un soggetto affetto da disturbi psichiatrici durante la sua detenzione carceraria.
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha accertato la violazione dell’art. 8 CEDU da parte della Danimarca, poiché l’ordinamento nazionale non è in grado di garantire il riconoscimento effettivo del rapporto di filiazione tra i minori nati mediante maternità surrogata e i genitori d’intenzione.
La Corte EDU ha respinto il ricorso di un medico danese, condannato per il reato di assistenza al suicidio, dichiarando insussistente il contrasto con l’articolo 10 della CEDU, che tutela la libertà di espressione.
La Corte di Strasburgo, analizzando i dati scientifici forniti dalle stesse autorità italiane, ha certificato la sussistenza di una situazione di pericolo a causa della prolungata e non corretta gestione dei rifiuti nella regione Campania, con il relativo aumento e rischio di danni alla salute per i residenti nella zona e ha riscontrato una violazione dell'art. 8 CEDU.
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato la Polonia per violazione dell’art. 8 CEDU in quanto il divieto di aborto introdotto dalla sentenza del Tribunale costituzionale polacco è un’ingerenza illegittima alla vita privata dei cittadini, in quanto adottata in violazione delle regole procedurali previste per la composizione del Tribunale stesso.
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato l’Ucraina per violazione dell’articolo 8 CEDU, in quanto lo Stato ha mancato di tutelare il diritto al consenso informato del paziente. Nel caso in questione, a una donna fu asportato un rene senza preventivamente ottenere il suo consenso. La paziente, inoltre, non fu informata dell’accaduto nemmeno nella successiva fase post-operatoria.
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha escluso la violazione dell’art. 8 Cedu (diritto al rispetto della vita privata e familiare) da parte della legge maltese che prevede l’obbligo di presentazione un campione di DNA nel processo di accertamento della paternità, rigettando il ricorso del signor Mifsud che si era opposto a tale obbligo.
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato la Macedonia del Nord per violazione dell’articolo 8 CEDU, poiché lo Stato non ha correttamente valutato la possibilità di fornire a una donna, adottata durante l’infanzia, informazioni sanitarie relative ai propri genitori biologici.