Questa sezione raccoglie decisioni rese da diverse giurisdizioni, nazionali, europee e internazionali, sulle tematiche del biodiritto.

Questa sezione raccoglie decisioni rese da diverse giurisdizioni, nazionali, europee e internazionali, sulle tematiche del biodiritto.
Nella controversia tra coniugi separati relativa all'affidamento del figlio minore, la Corte di Cassazione ha cassato con rinvio il provvedimento della Corte d'Appello per un vizio di motivazione: il giudice di merito ha adottato un provvedimento atto a prevenire l'aggravamento di una patologia, diagnosticata dal consulente tecnico d'ufficio, senza aver verificato l'attendibilità scientifica della diagnosi e della teoria alla base della stessa.
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una donna che in primo e secondo grado di giudizio si era vista respingere la richiesta di nomina di un amministratore di sostegno perché la perdita di capacità era futura e meramente eventuale.
La Corte di cassazione ha sollevato questione di legittimità costituzionale degli artt. artt. 33, 34, 35 della Legge n. 883/1978, con riferimento agli artt. 2, 3, 13, 24, 32, 111 Cost, nonché all’art. 117 Cost. in relazione agli artt. 6 e 13 CEDU, in quanto non consentirebbero un ricorso immediato ed efficace avverso i provvedimenti che dispongono un T.S.O. in regime di degenza ospedaliera.
Nell'ambito di una controversia relativa alla decadenza dalla responsabilità genitoriale della madre e all'allontanamento del figlio minore dalla casa familiare, la Corte di Cassazione ha ritenuto che la sindrome di alienazione parentale, sulla base della quale si era fondato il convincimento dei giudici del Tribunale dei Minori di Roma, sia scientificamente inconsistente e non possa costituire il fondamento di provvedimenti gravemente incisivi sulla vita dei minori.
La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 9 anni e 4 mesi comminata a un uomo accusato di aver ucciso la moglie: l’uomo, imputato di omicidio aggravato, aveva confessato, dieci giorni a seguito dell’accaduto, di aver colpito la moglie con una coltellata, dopo aver tentato di ucciderla con una elevata dose di sedativo (Lexotan).
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un uomo, condannato in secondo grado per rapina. La doglianza verteva sulle modalità di prelievo delle tracce biologiche, acquisite senza il consenso dell’imputato.
La Cassazione ha chiarito, in tema di responsabilità medica, la distinzione tra danni alla salute e danni derivanti dalla lesione del principio del consenso informato.
Ai fini della responsabilità medica le linee guida non sono “un parametro rigido ed insuperabile” perché occorre valutare la condotta in relazione alle circostanze del caso concreto.
La III Sezione civile, rilevati diffusi contrasti giurisprudenziali su due questioni fondamentali, relative al c.d. danno da nascita indesiderata (che ricorre quando la gestante, a causa del mancato rilievo dell'esistenza di malformazioni congenite del feto, perde la possibilità di interrompere la gravidanza), rimette gli atti al Primo Presidente per l'eventuale assegnazione del ricorso alle Sezioni Unite.
La Corte di Cassazione ha stabilito che l’acquisizione da parte del medico del consenso informato costituisce prestazione altra e diversa da quella dell’intervento medico e di conseguenza la mancanza di consenso informato del paziente è una fonte di responsabilità ulteriore e autonoma rispetto a quella derivante dall’errata esecuzione della prestazione medica.