Questa sezione raccoglie decisioni rese da diverse giurisdizioni, nazionali, europee e internazionali, sulle tematiche del biodiritto.

Questa sezione raccoglie decisioni rese da diverse giurisdizioni, nazionali, europee e internazionali, sulle tematiche del biodiritto.
La High Court, con una maggioranza di due su tre, dichiara inammissibile una richiesta di judicial review della section 2(1) del Suicide Act 1961, richiesta presentata da Mr Conway sulla base della section 4(2) of the Human Rights Act 1998.
Indi Gregory, una bambina britannica di quasi otto mesi, è nata affetta da una malattia del DNA mitocondriale che le causa gravi disfunzioni neurologiche e cardiache e la costringe a sottoporsi a trattamenti di supporto vitale presso l’unità pediatrica di terapia intensiva del Queen’s Medical Centre di Nottingham.
La Corte Suprema del Regno Unito, con una maggioranza di 3 a 2, ha rigettato il ricorso di una donna residente nell’Irlanda del Nord, che lamentava una violazione dei propri diritti a causa dell’impossibilità di accedere gratuitamente al servizio nelle strutture pubbliche in Inghilterra (R (on the application of A and B) (Appellants) v Secretary of State for Health (Respondent)[2017] UKSC 41 ).
La Corte Suprema del Regno Unito ha stabilito che l'interruzione di alcuni trattamenti medici invasivi su una persona incapace è nel migliore interesse del paziente, nonostante la resistenza da parte dei familiari.
La Corte Suprema del Regno Unito, in data 7 giugno 2018, rigetta il ricorso della Commissione diritti umani dell’Irlanda del Nord che chiedeva di dichiarare illegittima la legge sull’aborto vigente in Irlanda del Nord.
La Supreme Court ha rigettato la richiesta di appello di Noel Conway avverso la precedente sentenza della Court of Appeal, la quale negava a quest’ultimo la possibilità di accedere al suicidio assistito.
La UK Supreme Court ha escluso che l'obiezione di coscienza possa coprire atti preliminari e di supervisione ad interventi di interruzione volontaria di gravidanza.
La Corte Suprema del Regno Unito, discostandosi dal precedente espresso nel caso Sidaway (1985), ha stabilito che il paziente è titolare di un diritto ad essere pienamente informato sui rischi e sui trattamenti medici cui essere sottoposto e che la mancanza di tali informazioni costituisce un motivo di responsabilità medica.
Il 30 luglio la Supreme Court inglese ha dichiarato legittima la possibilità di interrompere i trattamenti necessari per tenere in vita un paziente in stato vegetativo senza il coinvolgimento del tribunale.
Dopo la High Court, e la Court of Appeal, anche la Corte Suprema del Regno Unito ha stabilito che la Section 2 del Suicide Act del 1961 non deve essere dichiarata, per il momento, in contrasto con l’art. 8 della CEDU.