Questa sezione raccoglie decisioni rese da diverse giurisdizioni, nazionali, europee e internazionali, sulle tematiche del biodiritto.

Questa sezione raccoglie decisioni rese da diverse giurisdizioni, nazionali, europee e internazionali, sulle tematiche del biodiritto.
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato l’Ucraina per violazione dell’articolo 8 CEDU, in quanto lo Stato ha mancato di tutelare il diritto al consenso informato del paziente. Nel caso in questione, a una donna fu asportato un rene senza preventivamente ottenere il suo consenso. La paziente, inoltre, non fu informata dell’accaduto nemmeno nella successiva fase post-operatoria.
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha escluso la violazione dell’art. 8 Cedu (diritto al rispetto della vita privata e familiare) da parte della legge maltese che prevede l’obbligo di presentazione un campione di DNA nel processo di accertamento della paternità, rigettando il ricorso del signor Mifsud che si era opposto a tale obbligo.
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato la Macedonia del Nord per violazione dell’articolo 8 CEDU, poiché lo Stato non ha correttamente valutato la possibilità di fornire a una donna, adottata durante l’infanzia, informazioni sanitarie relative ai propri genitori biologici.
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha dichiarato inammissibile il ricorso proposto dalla signora Momčilović poiché ella non ha fatto ricorso alla tutela giurisdizionale civile nazionale esperibile nel caso in esame, relativo alla negligenza medica.
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha accertato la violazione dell’art. 2 CEDU da parte del Belgio, poiché la loi 28 mai 2002 non garantisce sufficientemente l’indipendenza della Commission fédérale de contrôle et d’évaluation de l’euthanasie.
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha rilevato la violazione dell’art. 8 CEDU da parte della Danimarca per aver espulso, a seguito di una condanna penale, un cittadino straniero, “settled migrant” che soffre di una malattia mentale.
La quinta sezione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato da un vigile del fuoco francese circa la legittimità della loi 2021-1040, poiché non vi è stato il previo esaurimento dei mezzi di ricorso interni.
Le ricorrenti sono, da un lato, il Verein KlimaSeniorinnen Schweis, un’associazione costituita per promuovere la difesa del clima a favore delle sue socie (più di 2000 donne anziane) e, dall’altro, quattro donne anziane, anch’esse membri della medesima associazione, che richiedono la condanna della Svizzera a causa dei problemi di salute che hanno riscontrato durante le ondate di calore e che compromettono significativamente la loro vita, il loro benessere e le loro condizioni di salute.
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha rigettato il ricorso proposto da un uomo transessuale, il quale lamentava la violazione dell’art. 8 e del combinato disposto degli artt. 8 e 14 della CEDU da parte della Polonia, a seguito del rifiuto di emissione di un nuovo certificato di nascita che non contenesse il riferimento al sesso attribuito al ricorrente al momento della nascita.
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha accertato la violazione dell’art. 8 CEDU da parte della Russia, a seguito di un intervento di sterilizzazione effettuato su una giovane donna, avvenuto senza il suo espresso consenso.