Questa sezione raccoglie decisioni rese da diverse giurisdizioni, nazionali, europee e internazionali, sulle tematiche del biodiritto.

Questa sezione raccoglie decisioni rese da diverse giurisdizioni, nazionali, europee e internazionali, sulle tematiche del biodiritto.
La Corte Suprema Israeliana ha rigettato il ricorso di due membri del Knesset per l'annullamento dell'autorizzazione emessa dall'autorità carceraria israeliana, con la quale veniva concesso a un condannato all'ergastolo il permesso di inviare alla moglie i propri gameti per la PMA.
Il procedimento C-372/04, avente ad oggetto la domanda di pronuncia pregiudiziale verte sull'interpretazione degli artt. 48, 50 e 152 del Trattato e sull'art. 22 del Reg. 1408/1971, proposta alla Corte dalla Court of Appeal (England & Wales) (Civil Division) (Regno Unito).
La Court of Appeal, rovesciando la decisione di primo grado, ha ritenuto arbitrario e irragionevole il provvedimento del Swindon NHS Primary Care Trust con cui veniva negato alla ricorrente (Ms Rogers) l'accesso gratuito off-licence al farmaco Herceptin, già disponibile per la cura del cancro al seno allo stadio avanzato, ma ancora in corso di valutazione per la terapia nelle prime fasi della malattia.
Con una sentenza sostitutiva, la Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 1, co. 169, della l. n. 311/2004 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato – legge finanziaria 2005), nella parte in cui prevede che il regolamento del Ministro della salute, con cui sono fissati gli standard e sono individuate le tipologie di assistenza e i servizi, sia adottato “sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano”, anziché “previa intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano”.
La Eastern Districit Court of Missouri ha stabilito che i pazienti che hanno donato i propri tessuti ad un centro di ricerca hanno diritto di ritirare il proprio consenso e di ottenere la distruzione dei campioni.
Alcune famiglie colpite dal morbo di Canavan (una rara malattia genetica particolarmente frequente nella popolazione ebrea Ashkenazi) avevano fornito campioni biologici per una ricerca che aveva portato a isolare il gene connesso allo sviluppo della patologia e a brevettare un test per l’identificazione dello stesso.
La Corte di Giustizia, in un procedimento vertente sull'interpretazione degli articoli del Trattato relativi alla libera prestazione di servizi, ha dichiarato che tali articoli non ostano ad una normativa statale che subordina la presa a carico di cure ospedaliere prestata in un altro Stato membro alla concessione di una previa autorizzazione. Tale autorizzazione può essere negata solo quando un trattamento identico o con lo stesso grado di efficacia può essere tempestivamente ottenuto in un istituto convenzionato con la cassa malattia d'iscrizione del paziente. Gli articoli 59 e 60 del Trattato ostano invece alla medesima normativa quando essa subordina la presa a carico di cure non ospedaliere a una previa autorizzazione.
Nel conflitto di attribuzione nei confronti del Presidente del Consiglio dei Ministri, sollevato dalla Provincia Autonoma di Trento e dalla Regione Emilia – Romagna, in relazione agli artt. 1 e 2 del decreto del Ministro della salute emesso, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il 14 giugno 2002, recante “Disposizioni di principio sull'organizzazione e sul funzionamento dei servizi per le tossicodipendenze delle aziende unità sanitarie locali – Sert.T”, la Corte costituzionale ha dichiarato che non spetta allo Stato determinare ulteriori limiti organizzativi e funzionali in materia di Sert-T e ha quindi annullato il decreto impugnato.
La Corte costituzionale ha accolto, per violazione dell'art. 117, co. 3, Cost., la questione sollevata con ricorso dello Stato contro la legge della Regione Marche n. 26/2001, che dispone la sospensione, su tutto il territorio della regione, della applicazione della terapia elettroconvulsivante, della pratica della lobotomia prefrontale e transorbitale ed altri simili interventi di psicochirurgia, fino a che il Ministero della salute non definisca in modo certo e circostanziato le situazioni cliniche per le quali tali terapie, applicate secondo protocolli specifici, sono sperimentalmente dimostrate efficaci e risolutive e non sono causa di danni temporanei o permanenti alla salute del paziente.
La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (quarta sezione), in un caso riguardante le richieste di una cittadina inglese - affetta da sclerosi laterale amiotrofica (SLA), quasi del tutto paralizzata ma mentalmente lucidissima - di concedere l’impunità al marito che l’avesse aiutata a suicidarsi, non essendo ella in grado di farlo da sé (ric. n. 2346/02), ha respinto il ricorso, ritenendo che la legge inglese (Suicide Act, 1961 ), che qualifica come reato l’assistenza al suicidio e sulla base della quale il Director of Public Prosecutions ha rifiutato di esonerare il marito dall’imputazione, sia legittima e proporzionata: infatti, non si può desumere dal diritto alla vita un diritto alla morte, né ammettere l’obbligazione positiva per lo Stato di garantire gli atti che mirano ad interrompere la vita.