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UK - Supreme Court: Whittington Hospital NHS Trust (Appellant) v XX (Respondent)
1 aprile 2020

In data 1 aprile 2020, la Supreme Court ha respinto l’appello del Whittington Hospital in un caso relativo al rimborso delle spese da sostenersi per un accordo di maternità surrogata commerciale in California.

Numero
[2020] UKSC 14
Anno
2020

Essendo stata vittima di una serie di errate diagnosi da parte del Whittington Hospital, la convenuta aveva contratto un tumore della cervice uterina che l’aveva lasciata incapace di procreare. Nel dicembre 2018 la Court of Appeal le aveva garantito il rimborso delle spese da sostenersi per una maternità surrogata in California, in qualità di risarcimento dei danni causati dal comportamento negligente dell’ospedale.

In data 1 aprile 2020, in una sentenza pronunciata via

" title="Link a video-link" >video-link , la Supreme Court respinge il ricorso dell’ospedale, pronunciandosi ancora una volta a favore del rimborso delle spese da parte del NHS per la maternità surrogata.

La sentenza, resa da Lady Hale, si concentra sulla possibilità di imporre il risarcimento sotto forma di rimborso delle spese sostenute per una maternità surrogata, da condursi all’estero e utilizzando in parte gameti esterni alla coppia.

Tre questioni vengono affrontate separatamente. È da stabilire, innanzitutto, se sarebbe possibile risarcire la somma spesa per un accordo di maternità surrogata che utilizzi i gameti della convenuta. In caso positivo, è da chiedersi se lo stesso varrebbe se si utilizzassero gameti di una donatrice. In ultimo, si può giungere alla questione in esame, ossia se sia possibile accordare il risarcimento dei costi da sostenersi per una maternità surrogata commerciale da svolgersi all’estero, in un Paese in cui questi accordi non siano illegali. 

Lady Hale risponde positivamente a tutte le questioni poste. Sostiene, infatti, la considerazione generale secondo la quale lo strumento del risarcimento dei danni mira a riportare, per quanto possibile, la persona danneggiata nelle condizioni in cui si sarebbe trovata se non avesse subito il danno. Eccezioni a questa regola possono esistere, secondo la Corte, nel caso in cui la ricostituzione dello status quo ante danno sia contraria all’ordine pubblico o giuridico (legal or public policy) ovvero sia ottenibile solo mediante un procedimento irragionevole o con costi eccessivi.

Nel caso della maternità surrogata commerciale, Lady Hale considera che, quando poste di fronte al fatto compiuto, le Corti inglesi non vedono questi accordi come intrinsecamente sbagliati tanto da renderli nulli. Peraltro, ove non implichino terze parti come agenzie o intermediari, gli accordi privati tra coppia che commissiona la gravidanza e la gestante non sono puniti dal diritto penale inglese, anche se a scopo commerciale. Inoltre, gli atteggiamenti sociali nei confronti degli accordi di surrogazione sarebbero cambiati, tanto da rendere la maternità surrogata soltanto una delle modalità in cui è possibile effettuare la procreazione assistita, come confermato dalle linee guida del Department of Health and Social Care («The government supports surrogacy as part of the range of assisted conception options»).

Per questi motivi, la Corte conclude che un risarcimento dei costi per una maternità surrogata, anche commerciale, non sia più da considerarsi contrario all’ordine pubblico («For all those reasons, I conclude that it is no longer contrary to public policy to award damages for the costs of a foreign commercial surrogacy»).

Si aggiungono, tuttavia, alcune precisazioni sull’estensione a casi analoghi del giudizio reso. In particolare, si sostiene che, al fine del risarcimento dei costi, il trattamento proposto debba essere ragionevole, come ragionevoli devono essere i costi da sostenersi. Inoltre, la richiesta di procedere al trattamento in un Paese estero e in via commerciale deve essere giustificata.

Nel caso di specie, la Corte sottolinea quanto complicata e incerta sia la regolazione della maternità surrogata nel Regno Unito, che non fornisce alcune certezze alla coppia che commissiona la gravidanza, essendo gli accordi di surrogazione non vincolanti e non opponibili. Per questo motivo, la Corte ritiene ragionevole e comprensibile che la convenuta abbia deciso di recarsi in California alla ricerca di un quadro giuridico più certo e protettivo degli interessi di tutte le parti, incluse la portatrice gestazionale («In the circumstances, it is scarcely surprising that the claimant’s clear preference is for a commercial surrogacy arrangement in California»).

 

Al contrario, la minoranza dei giudici della Corte, nella loro opinione dissenziente, sostengono che il risarcimento delle spese di maternità surrogata a carico del NHS si ponga in contraddizione con la coerenza giuridica dell’ordinamento inglese, che punisce gli accordi di maternità surrogata commerciale condotti tramite un intermediario.

Il testo della sentenza è disponibile nel box download e al seguente link .

Irene Domenici
Pubblicato il: Mercoledì, 01 Aprile 2020 - Ultima modifica: Giovedì, 02 Aprile 2020
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