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UK - Supreme Court - Aintree University Hospital v. David James: interruzione di trattamenti medici vitali e best interest del paziente
30 ottobre 2013

La Corte Suprema del Regno Unito ha stabilito che l'interruzione di alcuni trattamenti medici invasivi su una persona incapace è nel migliore interesse del paziente, nonostante la resistenza da parte dei familiari.

Numero
[2013] UKSC 67
Anno
2013

David James, ricoverato nella terapia intensiva dell'ospedale di Aintree dal maggio 2012 a causa delle complicazioni dovute a un'infezione contratta a seguito di un intervento per la cura di un cancro al colon, dipendeva da un ventilatore meccanico.

In contrasto con l'opinione dei familiari, nel settembre 2012, i medici dell'ospedale adivano la Court of Protection chiedendo che venisse riconosciuto che l'interruzione di specifici trattamenti medici invasivi era possibile per realizzare il best interest del paziente, sulla base delle previsioni del Mental Capacity Act 2005: «where treatment is futile, overly burdensome to the patient or where there is no prospect of recovery».

La Corte rigettò il ricorso e l'ospedale propose appello; il ricorso venne accolto dalla Corte d'Appello nel marzo 2013 (Aintree University Hospitals NHS Foundation Trust v James & Ors [2013] EWCA Civ 65). Nel frattempo le condizioni di James si erano aggravate e il paziente era deceduto alcuni giorni dopo la pronuncia di primo grado.

La pronuncia della Corte Suprema (Aintree University Hospitals NHS Foundation Trust v James [2013] UKSC 67) si basa sull'interpretazione delle disposizioni del Mental Capacity Act ed afferma che, alla luce delle condizioni del paziente, furono corrette tanto la pronuncia della Corte di prima istanza, quanto l'accoglimento dell'appello in secondo grado, dal momento che nel frattempo erano mutate le circostanze fattuali del caso e la situazione del paziente.

«The most that can be said, therefore, is that in considering the best interests of this particular patient at this particular time, decision-makers must look at his welfare in the widest sense, not just medical but social and psychological; they must consider the nature of the medical treatment in question, what it involves and its prospects of success; they must consider what the outcome of that treatment for the patient is likely to be; they must try and put themselves in the place of the individual patient and ask what his attitude to the treatment is or would be likely to be; and they must consult others who are looking after him or interested in his welfare, in particular for their view of what his attitude would be».

Nel box download le pronunce della Corte Suprema e della Corte d'Appello.

Lucia Busatta
Pubblicato il: Mercoledì, 30 Ottobre 2013 - Ultima modifica: Mercoledì, 05 Giugno 2019
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