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UK - Family Court – In re: A, B & C: gestazione per altri e riconoscimento della genitorialità in capo a coppia omosessuale
10 giugno 2016

La Family Division della High Court, tramite un parental order, riconosce in capo a una coppia same sex la genitorialità nei confronti di tre minori nati tramite gestazione per altri da tre gestanti diverse. Ai fini della valutazione giurisdizionale viene tenuta in particolare considerazione la tutela del preminente benessere del minore e se i pagamenti effettuati nei confronti delle donne gestanti potessero configurarsi quale rimborso per le spese ragionevolmente sopravvenute.

Numero
[2016] EWFC 33
Anno
2016

Una coppia inglese composta da due uomini, F e G, tramite un gruppo Facebook gestito da W, è entrata in contatto con tre donne (X, Y e Z) con le quali ha sottoscritto un accordo di gestazione per altri. Le gestanti hanno dato alla luce un figlio ciascuna: A, nato a gennaio del 2015, B, nato a febbraio 2015 e C, nato a luglio dello stesso anno. F e G, d’accordo con le gestanti, hanno richiesto alle corti competenti di riconoscere loro un parental order ex s. 54 HFEA, così da veder giuridicamente riconosciuta la loro genitorialità sui minori ed esclusa quella di X, Y e Z.

La High Court inglese ha analizzato anzitutto il ruolo di W, gestrice della pagina Facebook che metteva in contatto genitori intenzionali e gestanti, accertandone il coinvolgimento marginale nella vicenda.

Nel proseguo dell’analisi, la Corte ha ritenuto da subito soddisfatti la maggior parte dei requisiti positivizzati dal legislatore: tutti e tre i bambini avevano un legame biologico con un genitore intenzionale; i ricorrenti erano uniti civilmente; le richieste di parental order sono state presentate entro i termini (s. 54.3); F era domiciliato in Inghilterra (s. 54.4); entrambi i partner erano maggiorenni e X, Y e Z hanno prestato liberamente e consapevolmente consenso a che i minori fossero giuridicamente figli dei soli ricorrenti.

Restavano però da accertare die aspetti: la natura del pagamento e la tutela del benessere dei tre bambini coinvolti.

Quanto al primo aspetto, la Corte, a fronte della comunicazione di importi non corrispondenti (in quanto inferiori) rispetto a quelli effettivamente versati, ha guardato nel dettaglio i pagamenti, arrivando infine ad escludere che le gestanti si siano in qualche modo arricchite. Le somme loro trasferite, infatti, servivano a coprire spese ragionevolmente affrontate durante le gravidanze, evidenziando così la natura altruistica delle gestazioni per altri. Qualsiasi ammontare di denaro che, versato, non trovi riscontro nella rendicontazione prodotta dalle parti, è di un ammontare talmente irrisorio da escludere la configurabilità di una gestazione per altri economica.

Relativamente al secondo aspetto, si è poi accertato che nonostante crescere tre neonati contemporaneamente rappresenti una sfida, i ricorrenti avessero predisposto molti accorgimenti per garantire una genitorialità serena (entrambi avevano ridotto i loro orari lavorativi e si erano avvalsi dell’assistenza di un’aupair). Il fatto che avessero mentito circa le somme versate alle gestanti aveva poi sollevato la necessità di accertare che gli stessi non stessero cercando di aggirare leggi inglesi a tutela dei minori. L’ordinamento, infatti, si propone di non riconoscere effetti giuridici agli accordi di gestazione per altri che conferiscano genitorialità giuridica a soggetti che non potrebbero adottare. Il benessere del minore, quindi, assume nell’analisi della corte il ruolo di parametro non di pari grado, ma preminente rispetto a quelli positivizzati dal HFE Act 2008. Alla luce di tale visione, “the court should only refuse a parental order in the clearest case of the abuse of public policy” (§28), con ciò intendendo l’esclusione di tutti quei casi in cui si verifica un “payment for buying” (§29). Pronunciare un parental order, infatti, è essenziale per il benessere del minore nel presente e nella prospettiva della sua intera vita, in quanto garantisce certezza e stabilità ai rapporti familiari su cui si impernierà la vita dei minori (non bisogna dimenticare che non tutti i minori sono tra loro geneticamente fratelli). Tale sicurezza non può essere garantita se non attraverso lo strumento dei parental order.

Il testo della sentenza è disponibile a questo link e nel box download.

Marco Poli
Pubblicato il: Venerdì, 10 Giugno 2016 - Ultima modifica: Sabato, 29 Giugno 2019
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