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UK – Court of Appeal (Civil Division) – ABC v St George's Healthcare NHS Trust & Ors: confidenzialità e malattie genetiche
16 maggio 2017

La Corte d’Appello degli UK ha riammesso il caso ABC V St George’s Healthcare NHS trust alla corte di prima istanza, concedendo alla ricorrente di presentare la richiesta volta ad accertare la responsabilità dei medici che avevano curato il padre per non averla informata del carattere ereditario della malattia che lo affliggeva.

Numero
B3/2015/1816
Anno
2017

Nel 2015, la High Court del Regno Unito aveva rigettato il ricorso di ABC, figlia di un uomo detenuto per l’omicidio della propria moglie, che accusava i medici curanti del padre di negligenza per non averla informata della malattia del padre, diagnosticato con la corea di Huntington (malattia genetica al 50% trasmissibile ai figli), alla luce della sua gravidanza. Nel 2017 la donna è dunque ricorsa in appello presso la Civil Division della Court of Appeal.

La Corte ha preso in considerazione le linee guida del Royal College of Physicians, “Consent and Confidentiality in Genetic Practice, Guidance on Genetic Testing and Sharing Genetic Information” (consenso e confidenzialità nella pratica genetica, guida sui test genetici e la condivisione di informazioni genetiche, al link la versione aggiornata), che affermano che in alcune circostanze è giustificato violare la confidenzialità delle informazioni, quando la mancata comunicazione potrebbe esporre altri al rischio di morte o di danni gravi (“disclosure of personal information about a patient without consent may be justified in the public interest if failure to disclose may expose others to a risk of death or serious harm”, GMC del 2009).

La Corte ha concluso quindi che la richiesta della donna poteva essere in questo caso legittimata, e che poteva essere sottoposta alla corte, e ha quindi ordinato la riammissione del caso alla corte di prima istanza.

Nel febbraio 2020, la Corte di prima istanza ha stabilito che la decisione di non rivelare una tale informazione alla ricorrente non sia stato un comportamento negligente da parte dei medici che avevano in cura il padre, poiché tale decisione era stata presa dopo aver fatto un accurato bilanciamento tra l’interesse della donna di essere informata del rischio genetico, da una parte, e quello del padre di preservare la confidenzialità di tale informazione, in aggiunta all’interesse pubblico di mantenere la riservatezza tra medico e paziente.

 

Il testo della sentenza è disponibile al link  e nel box download.

Giulia Prior
Pubblicato il: Martedì, 16 Maggio 2017 - Ultima modifica: Venerdì, 27 Marzo 2020
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