La Terza Sezione del Tribunale Superiore di Giustizia (STJ) ha affermato il diritto della persona ad ottenere la rettificazione del registro civile mediante l’attribuzione di un genere neutro, senza dover necessariamente sottostare ad una scelta di tipo binario.
Brasile - Superior Tribunal de Justiça (STJ), maggio 2025: il diritto all’autodeterminazione impone all’ordinamento di strutturarsi per consentire l’annotazione del genere neutro
9 maggio 2025
Secondo la Corte, l’autodeterminazione di genere e sessuale rientrano a pieno titolo nella tutela offerta in via generale ai diritti della personalità dall’articolo 12 del Código Civil , secondo cui è sempre possibile “esigere” giudizialmente “che cessi la minaccia o la lesione di un diritto della personalità, e richiedere il risarcimento dei danni, fatto salvo l’eventuale cumulo con altre sanzioni previste dalla legge. […] Il giudice può adottare i provvedimenti necessari per impedire o far cessare l’atto contrario alla personalità”.
Se, da un lato, il diritto all’autodeterminazione di genere impone al potere pubblico di aver riguardo all’identità di genere così come percepita e dichiarata dalla persona, è altresì irragionevole restringere l’esercizio di tale diritto fondamentale alle sole persone transgender binarie, che già godono della facoltà di modificare il proprio genere nell’atto di nascita da maschile a femminile, o viceversa. In particolare, secondo la Corte, sarebbe incoerente ammettere un trattamento giuridico differenziato tra la condizione transgenere binaria e quella non binaria, dal momento che entrambe implicano una equipollente dissonanza tra il genere attribuito alla nascita e l’identità vissuta. Deve dunque prevalere l’identità autopercepita, quale espressione dell’autonomia privata e manifestazione più alta della dignità della persona umana.
Ne consegue che – pur in assenza di una specifica disciplina di legge in materia – anche “le persone che possiedono un’identità di genere non binaria e desiderano esercitare il diritto di definire la propria identità devono perciò ricevere rispetto e dignità, affinché non siano oggetto di stigma sociale né escluse dall’ordinamento giuridico”, affinché non ne siano compromessi lo sviluppo libero e pieno della personalità e il diritto fondamentale della persona umana di compiere le scelte che conferiscono senso alla propria esistenza. Il fatto che il legislatore non abbia esplicitamente provveduto a conformare la legislazione con la previsione di un genere neutro non può essere confusa con l’inesistenza del diritto stesso.
La relatrice della pronuncia ha inoltre sottolineato come vadano progressivamente consolidandosi, sul piano comparato, le esperienze normative che accordano rilevanza giuridica all’esistenza di un terzo genere, ossia il genere non binario (Germania, Australia, Francia, Paesi Bassi e India).
Il numero della sentenza non è stato reso noto per motivi di riservatezza.
A questo link il comunicato stampa della Corte.