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Corte dei conti – Rapporto: “La mobilità sanitaria: l’assistenza transfrontaliera”
Anno 2020

La Corte dei conti, in particolare la Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato, ha ribadito, con delibera n. 14/2020/G, il saldo negativo per l’Italia, pari a 17,7 mln, con un significativo sbilanciamento finanziario con posizioni di debito che eccedono quelle di credito.

Il Rapporto su “La mobilità sanitaria: l’assistenza transfrontaliera” si occupa delle procedure e delle modalità accordate ad ogni cittadino dell’Unione europea di ricevere cure e rimborsi per le spese effettuare in ogni Stato dell’Unione.

Con il prendere piede dell’assistenza sanitaria transfrontaliera in Europa, aumentano i tentativi di chiarire questioni quali l’accesso ai rimborsi, nonché di risolvere le incertezze giuridiche e garantire di soddisfare le aspettative dei pazienti. Il ruolo dei punti di contatto nazionali dell’UE per l’assistenza sanitaria transfrontaliera è cruciale nel fornire supporto ai cittadini dell’UE che si recano all’estero per ottenere cure sanitarie. Un importante passo in questa direzione è stata l’adozione della direttiva 2011/24/UE sui diritti dei pazienti nell’assistenza sanitaria transfrontaliera. La direttiva richiedeva a tutti gli Stati membri dell’UE di attuare questi diritti entro ottobre 2013.

Il problema circa l’economicità dell’assistenza si è posto nel momento in cui, come più volte segnalato dalla Corte, “a partire dagli anni Novanta, le disposizioni normative, che hanno modificato il SSN nella governance ma, soprattutto, il sistema di finanziamento assieme ai provvedimenti in materia di federalismo fiscale e alle misure intraprese per la razionalizzazione della spesa pubblica e per la riduzione dei disavanzi regionali in sanità, hanno prodotto un forte ridimensionamento dell’investimento statale”. Le conseguenze di questo sistema finanziario “sbilanciato” si sono poi rinvenute nella gestione del capitolo di bilancio appositamente dedicato, che hanno posto l’accento sul grave indebitamento dello Stato italiano.

La spesa sanitaria pubblica è, inoltre, “ulteriormente aggravata anche dai costi derivanti dall’ingente contenzioso in tema di diritto di cura”.

È necessario quindi, a detta della Corte, un coordinamento normativo e di armonizzazione della disciplina europea sul tema, sottolineando il valore fondamentale del diritto alla salute, anche da un punto di vista economico, ma non sottovalutando il lavoro già svolto grazie alla collaborazione degli Stati europei.

Il documento è disponibile nel box download e a questo link.

Di seguito i precedenti interventi nazionali e dell'Unione Europea in materia:

Consiglio di Stato, Parere 300/2018: schema di regolamento ministeriale per l'assistenza sanitaria transfrontaliera

- Rapporti della Commissione UE sul recepimento della direttiva 2011/24/UE con i dati relativi al 2018, al 2015 e al 2014.

- Parere del comitato indipendente di esperti UE per la salute del 2015

Raffaella Pia Festa
Pubblicato il: Lunedì, 07 Dicembre 2020 - Ultima modifica: Venerdì, 12 Marzo 2021
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