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Irlanda: abolizione dell’VIII emendamento della Costituzione che vietava l’aborto
18 settembre 2018

In data 18/09/2018 il presidente irlandese Michael D. Higgins ha firmato la legge che abroga l’VIII emendamento della Costituzione, in attuazione del risultato del Referendum costituzionale svoltosi il 25 maggio.

In seguito a un Referendum costituzionale tenutosi il 25/05/2018, la maggioranza degli irlandesi (66,4% dei votanti) si è pronunciata a favore dell’abrogazione dell’VIII emendamento della Costituzione, il quale statuiva: “The State acknowledges the right to life of the unborn and, with due regard to the equal right to life of the mother, guarantees in its laws to respect, and, as far as practicable, by its laws to defend and vindicate that right.”; l’emendamento in questione, dunque, stabiliva la piena equiparazione del diritto alla vita della madre e di quello del nascituro, rendendo perciò incostituzionale ogni normativa che legittimasse l’IVG. All’VIII emendamento sono collegati anche il XIII e il XIV, i quali sancivano rispettivamente il diritto della madre a spostarsi dall’Irlanda in un altro Paese per ottenere la IVG e a ottenere adeguate informazioni in merito ai Paesi in cui l’aborto fosse legale. I tre emendamenti abrogati, verranno sostituiti con il XXXVI emendamento, il quale statuisce: “Provision may be made by law for the regulation of termination of pregnancy.”.

Alla luce dei risultati del Referendum, il presidente Higgins ha firmato il 18 settembre la legge che stabilisce l’abolizione del comma 3 dell’art. 40 della Costituzione, che riportava appunto il testo dell’VIII, XIII e XIV emendamento, e la sua sostituzione con il testo del XXXVI emendamento.

Già l’8 marzo, in seguito a una Sentenza della Corte Suprema irlandese la quale stabiliva che i nascituri non godono di diritti ulteriori rispetto a un generico diritto alla vita, il Governo aveva emanato un documento che illustrava 21 principi dei quali tenere conto per un’eventuale riforma normativa che si sarebbe resa necessaria nel caso di vittoria del sì al referendum (per maggiori informazioni si veda la scheda a questo link). Ad oggi, è in discussione in Parlamento un disegno di legge che disciplina, tra i vari aspetti, i diversi casi in cui sarà possibile ottenere l’IVG e il diritto all’obiezione di coscienza del personale medico. Con riguardo al primo aspetto, la proposta di legge sancisce che l’aborto sarà effettuabile:

  • prima della 12esima settimana di gravidanza, senza limitazioni (art. 7);
  • dopo la 12esima settimana di gravidanza soltanto se ci sia un pericolo per la vita o per la salute della donna, il feto non abbia raggiunto la viability (ossia la capacità di sopravvivere autonomamente al di fuori del corpo della mamma, che convenzionalmente si ritiene raggiunta al sesto mese di gestazione) ed è appropriato compiere l’IVG per evitare un tale pericolo (art. 4).

Con riguardo all’obiezione di coscienza, invece, la proposta di legge afferma che nessun medico, infermiere o ostetrica può essere costretto a praticare un aborto se fa obiezione di coscienza; chi obietta, però, deve al più presto indicare alla donna che voglia usufruire dell’IVG una struttura in cui possa ricevere la prestazione sanitaria (art. 15).

Nel box download è disponibile il testo del disegno di legge.

Irene Iannelli
Pubblicato il: Martedì, 18 Settembre 2018 - Ultima modifica: Mercoledì, 10 Luglio 2019
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