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US Supreme Court - Roe v. Wade: aborto negli Stati Uniti
22 gennaio 1973

In Roe v. Wade, Norma  L.  McCorvey,  utilizzando a tutela della propria privacy lo pseudonimo di  Jane Roe,  sollevò  la  questione  di  legittimità  costituzionale  della  legge  texana che vietava l’aborto, salvo il caso in cui esso venisse praticato “by medical advice for the purpose of saving the life of the mother”.

Numero
410 U.S. 113
Anno
1973

Sia la Corte distrettuale che la Corte Suprema degli Stati Uniti dichiararono incostituzionale la legge impugnata, ritenendo che le limitazioni poste alla decisione della donna di abortire violassero il suo “right to privacy”, un diritto che, benché non espressamente previsto dalla Costituzione, era già stato precedentemente individuato dalla giurisprudenza sulla base della penumbra di altri diritti del Bill of Rights.

In particolare, la Corte Suprema ritenne che “This right of privacy, whether it be founded in the Fourteenth Amendment's concept of personal liberty and restrictions upon state action, as we feel it is, or, as the District Court determined, in the Ninth Amendment's reservation of rights to the people, is broad enough to encompass a woman's decision whether or not to terminate her pregnancy”.

Tale diritto della donna non venne però concepito come assoluto, bensì come condizionato e limitato dalla presenza dell’interesse statale alla tutela della vita potenziale, la cui rilevanza si manifesta in maniera crescente nel corso della gravidanza.

L’interesse dello Stato alla protezione della salute della donna, da un lato, e quello alla protezione della vita potenziale, dall’altro, vennero quindi delineati dalla Corte distinguendo tre diverse fasi in riferimento all’evoluzione della gravidanza.

In particolare:

« (a) For the stage prior to approximately the end of the first trimester, the abortion decision and its effectuation must be left to the medical judgment of the pregnant woman’s attending physician.

(b) For the stage subsequent to approximately the end of the first trimester, the State, in promoting its interest in the health of the mother, may, if it chooses, regulate the abortion procedure in ways that are reasonably related to maternal health.

(c)  For  the  stage  subsequent  to  viability  the  State,  in  promoting  its  interest  in the potentiality of human life, may, if it chooses, regulate, and even proscribe, abortion  except  where  necessary,  in  appropriate  medical  judgment,  for  the preservation of the life or health of the mother.»

In allegato il file .pdf della sentenza (fonte: justitia.com).

Elisabetta Pulice
Pubblicato il: Lunedì, 22 Gennaio 1973 - Ultima modifica: Mercoledì, 29 Maggio 2019
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