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US - California Supreme Court - Moore v. Regents of University of California: proprietà del materiale biologico
9 luglio 1990

La Corte Suprema della California afferma che, nel caso in cui ricercatori impieghino materiale biologico ottenuto nel corso di operazioni chirurgiche per il perseguimento di finalità di ricerca e ottengano benefici di tipo economico da brevetti da esso derivati, il paziente non possa esercitare azioni di tipo proprietario, ma piuttosto lamentare eventuali violazioni del rapporto di fiducia intercorrente con il medico e delle procedure di consenso informato.

Numero
51 C3d 120
Anno
1990

Nel box download il .pdf completo della decisione della Supreme Court della California.

A seguito della diagnosi di una rara forma di leucemia, Mr. Moore fu sottoposto ad un intervento per l’asportazione della milza. Fra il 1976 e il 1983 Moore si sottopose a successive analisi e visite di controllo, nel corso delle quali furono prelevati ulteriori tessuti corporei. Nel 1984 venne per caso a conoscenza del fatto che il centro universitario di Davis e due medici avevano ottenuto un brevetto per una coltura di cellule, derivata dalla milza di Moore, concedendo licenza per lo sfruttamento commerciale del brevetto a due società farmaceutiche.

Mr. Moore esercitò l’azione di conversion, volta ad ottenere la restituzione nei casi in cui la cosa sia stata oggetto di impossessamento da parte di un terzo, senza che questi fosse autorizzato né dal proprietario, né da una norma.

Secondo il giudizio della Court of Appeal della California il paziente che, nel corso di un trattamento di uno stato di leucemia acuta, abbia subito la rimozione chirurgica della milza e si sia visto poi asportare, nel trattamento post-operatorio, tessuti, fluidi o materiale organico di altro genere, ha azione nei confronti di chi, senza il suo consenso, abbia provveduto a derivare dalle sue cellule prodotti destinati ad essere brevettati; inoltre, il consenso prestato da Mr. Moore era valido solo ai fini dell’asportazione dell’organo e non implicava un’accettazione di forme di sfruttamento economico dello stesso.

Nel 1990 la Corte Suprema della California, adotta un approccio differente, affermando l’infondatezza della action for conversion esercitata da Mr. Moore riguardo alla milza asportatagli. Secondo i giudici l’attore avrebbe potuto piuttosto esercitare una action for breach of the physician's duty, poiché era venuto a mancare l' informed consent, base del rapporto medico-paziente. La linea cellulare brevettata, dunque, non poteva essere di proprietà di Mr. Moore, poiché distinta dal materiale proveniente dal suo corpo: il brevetto costituisce, infatti, espressione dell’inventive effort dei ricercatori.

Nelle parole della Corte: «[…] there is no pressing need to impose a judicially created rule of strict liability,since enforcement of physicians' disclosure obligations will protect patients against the very type of harm with which Moore was threatened. So long as a physician discloses research and economic interests that may affect his judgment, the patient is protected from conflicts of interest. Aware of any conflicts, the patient can make an informed decision to consent to treatment, or to withhold consent and look elsewhere for medical assistance. As already discussed, enforcement of physicians' disclosure obligations protects patients directly, without hindering the socially useful activities of innocent researchers.

For these reasons, we hold that the allegations of Moore's third amended complaint state a cause of action for breach of fiduciary duty or lack of informed consent, but not conversion».

Marta Tomasi
Pubblicato il: Lunedì, 09 Luglio 1990 - Ultima modifica: Sabato, 29 Giugno 2019
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