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UK - Supreme Court - Application by the NIHRC for Judicial Review: questione di legittimità della legge disciplinante l'aborto in Irlanda del Nord
7 giugno 2018

La Corte Suprema del Regno Unito, in data 7 giugno 2018, rigetta il ricorso della Commissione diritti umani dell’Irlanda del Nord che chiedeva di dichiarare illegittima la legge sull’aborto vigente in Irlanda del Nord.

Numero
[2018] UKSC 27
Anno
2018

Con un ricorso presentato dalla NIHRC (The Northern Ireland Human Rights Commission) si chiedeva alla Corte Suprema di dichiarare illegittima la legge dell’Irlanda del Nord in tema di aborto poiché incompatibile con gli artt. 3 (Proibizione della tortura), 8 (Diritto al rispetto della vita privata e familiare) e 14 (Divieto di discriminazione) della CEDU, in quanto non permette l’aborto nei casi di malformazione grave del feto e di gravidanza frutto di violenza o incesto.

In Irlanda del Nord, ad oggi, secondo quanto previsto dal combinato disposto dagli artt. 58 e 59 dell’Offense against the Person Act 1891 e dagli artt. 25 e 26 del Criminal Justice Act (Northern Ireland) 1945, è possibile praticare l’aborto solo se c’è pericolo di vita per la madre o per la sua salute fisica o mentale.

Il rigetto della Corte si deve a ragioni di natura procedurale. I giudici, per una maggioranza di quattro su tre, hanno ritenuto di non avere giurisdizione sul caso, dal momento che la questione non è stata sollevata da una vittima (anche potenziale) di un atto illegittimo, bensì è stata sollevata in astratto.

Nonostante ciò, sul piano sostanziale, i giudici hanno optato per una non-binding opinion dichiarando che la legge sull’aborto dell’Irlanda del Nord è incompatibile con i diritti umani, in particolar modo con l’art. 8 della CEDU giacché “The girls and women of Northern Ireland are forbidden to do to their own bodies that which they wish to do; they are prevented from arranging their lives in the way that they want; they are denied the chance to shape their future as they desire”.

Alcuni giudici si sono spinti oltre e hanno ipotizzato una possibile violazione dell’art. 3: “If, as well as the curtailment on their autonomy which this involves, they are carrying a foetus with a fatal abnormality, or have been the victims of rape or incest, they are condemned, because legislation in another era has decreed it, to endue untold suffering and desolation. What is that, if it is not humiliation and debasement?”.

Sulla scia di queste considerazioni, nonostante la Corte non abbia espressamente dichiarato l’illegittimità della legge, ha affermato che “the present law clearly needs radical reconsideration” lanciando un forte monito al potere legislativo affinché consideri “whether and how to amend the law, in the light of the ongoing suffering being caused by it”.

Il testo integrale della sentenza è disponibile nel box download e a questo link.

Andrea Pannacciulli
Pubblicato il: Giovedì, 07 Giugno 2018 - Ultima modifica: Giovedì, 27 Giugno 2019
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