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TAR Lombardia – sentenza n. 3348/2025 – Responsabilità professionale dell’avvocato che utilizza sistemi di intelligenza artificiale
21 ottobre 2025

Il TAR Lombardia ha riconosciuto in capo all’avvocato l’esistenza di un onere di verifica e controllo dei risultati delle ricerche realizzate con sistemi di intelligenza artificiale e ha ipotizzato che il mancato adempimento di tale onere possa costituire una violazione del dovere del difensore di comportarsi con lealtà e probità in giudizio.

Numero
3348
Anno
2025

La sentenza trae origine da una richiesta di annullamento, presentata al TAR Lombardia, del verbale di uno scrutinio di classe attestante la non ammissione di una alunna del liceo alla successiva classe seconda.

Nell’esaminare il ricorso presentato e nel giudicare i motivi addotti infondati, il giudice amministrativo ravvisa come tutta la giurisprudenza citata a sostegno dell’illegittimità dei provvedimenti impugnati faccia riferimento a estremi di sentenze non pertinenti con il caso oggetto di giudizio e come molte delle massime indicate facciano riferimento a orientamenti giurisprudenziali non noti.

Il difensore della parte ricorrente, interpellato in sede di trattazione orale per avere chiarimenti a riguardo, dichiara che la giurisprudenza citata nel ricorso è stata individuata attraverso l’uso di strumenti di ricerca basati su sistemi di intelligenza artificiale, i quali hanno causato degli errori nei risultati prodotti.

Appreso tale aspetto, il TAR Lombardia sottolinea come una simile dichiarazione non possa avere una valenza esimente a beneficio del difensore di parte, in quanto la sottoscrizione degli atti processuali attribuisce la responsabilità dei risultati degli scritti difensivi alla persona che li sottoscrive. Non risulta quindi rilevante chi abbia redatto concretamente tali atti, sia ciò avvenuto grazie all’attività lavorativa di propri collaboratori o a strumenti di IA.

Per quanto riguarda, poi, l’uso di questa specifica tecnologia, il giudice amministrativo afferma come, in osservanza del principio della centralità della decisione umana (secondo quanto stabilito anche dalla Carta dei principi per un uso consapevole dei sistemi di intelligenza artificiale in ambito forense, redatta dall’Ordine degli Avvocati di Milano), il difensore abbia il dovere di controllare e verificare l’esito delle ricerche effettuate con i sistemi di IA dal momento che tale tecnologia può generare risultati non corretti. Questi errori, qualificati come «allucinazioni da intelligenza artificiale» si verificano quando i sistemi di IA producono risultati inesistenti nella realtà ma apparentemente coerenti con il tema trattato.

Una simile condotta costituisce, ad avviso del TAR Lombardia, una violazione del dovere deontologico del difensore di comportarsi in giudizio con lealtà e probità, in quanto inserisce negli atti di difesa elementi idonei a influenzare il contraddittorio processuale e la fase decisionale verso un percorso errato e perché rende inutilmente gravose le operazioni di controllo della giurisprudenza citata e dei relativi principi di diritto, sia da parte del giudice che dalla prospettiva delle controparti.

Per queste ragioni, il TAR Lombardia stabilisce che copia della decisione in oggetto sia inviata all’Ordine degli Avvocati di Milano per lo svolgimento delle relative valutazioni di competenza.

Il testo della sentenza è disponibile al seguente link e nel box download.

Marta Fasan
Pubblicato il: Martedì, 21 Ottobre 2025 - Ultima modifica: Lunedì, 08 Dicembre 2025
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