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Canada - Court of Appeal of Alberta - Attorney General v. E.F. : eccezioni al divieto di suicidio assistito
17 maggio 2016

La Court of Appeal dell’Alberta (Canada) ha rigettato un ricorso presentato avverso la decisione di primo grado che autorizzava una donna, affetta da grave malattia psichiatrica fisicamente invalidante – ad accedere al suicidio medicalmente assistito. La Corte chiarisce alcuni punti relativi all’interpretazione della sentenza Carter della Corte Suprema del Canada.

Numero
2016 ABCA 155 (CanLII)
Anno
2016

Il ricorso si fonda sulla possibilità di ottenere una eccezione temporanea al divieto di suicidio assistito riconosciuta dalla Corte Suprema nelle more dell’adeguamento della legislazione canadese alla dichiarazione di incostituzionalità parziale del divieto di suicidio assistito sancita con la sentenza Carter del 2015.

La richiesta di autorizzazione è stata presentata da una donna di 58 anni, affetta da una sindrome di tipo psichiatrico che le causava insopportabili dolori fisici.

Nonostante la patologia che la affliggeva, la donna era stata giudicata da tutti i medici coinvolti perfettamente in grado di assumere decisioni consapevoli, condivise nel caso specifico anche con il marito e i figli.

In primo grado la Court of Queen’s Bench dell’Alberta aveva accolto la richiesta della donna, nonostante le obiezioni del governo canadese legate al fatto che la condizione della donna non potesse essere considerata come terminale e le condizioni di tipo psichiatrico non potessero rientrare nella decisione Carter 2015.

L’appello investe due questioni interpretative relative alla sentenza Carter del 2015: 1) la constitutional exemption individuata dalla Corte Suprema si applica solo ai pazienti terminale? e 2) i pazienti affetti da condizioni psichiatriche devono essere esclusi dall’applicazione di tale exemption?

Quanto alla prima questione la Corte ritiene che la dichiarazione di incostituzionalità di Carter 2015 non presupponga una condizione di malattia terminale del richiedente.

«In summary, the declaration of invalidity in Carter 2015 does not require that the applicant be terminally ill to qualify for the authorization. The decision itself is clear. No words in it suggest otherwise. If the court had wanted it to be thus, they would have said so clearly and unequivocally. They did not». [par. 41]

Quanto alla seconda questione la Corte nega che i malati psichiatrici possano essere esclusi dall’eccezione prevista dalla sentenza Carter, qualora rispondano a tutti gli altri requisiti “carefully crafted” nel paragrafo 127 della decisione.

«The criteria in paragraph 127 and the safeguards built into them are the result of the court’s careful balancing of important societal interests with a view to the Charter protections we all enjoy. Persons with a psychiatric illness are not explicitly or inferentially excluded if they fit the criteria».

In conclusione, i giudici d’appello concordano con i giudici di primo grado circa la rispondenza della condizione della ricorrente al quadro tracciato nella sentenza Carter 2015, autorizzando così l’accesso al suicidio medicalmente assistito:

«There is no question that the physical symptoms caused by the applicant’s severe conversion disorder greatly and enormously interfere with the quality of her life and that they have resisted all treatment. I am completely satisfied the applicant’s medical condition is both grievous and irremediable».

Nel box download il testo della decisione.

Marta Tomasi
Pubblicato il: Martedì, 17 Maggio 2016 - Ultima modifica: Venerdì, 14 Giugno 2019
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