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Organizzazione Mondiale della Sanità: primo rapporto sulla salute di migranti e rifugiati in Europa “no public health without refugee and migrant health”
Anno 2019

Nel mese di gennaio, l’OMS ha reso pubblico il suo primo rapporto sulla salute di migranti e rifugiati giunti in Europa, al fine di fornire agli Stati membri un quadro informativo aggiornato e di supporto all’elaborazione delle relative politiche nazionali di sostegno sanitario.

Il rapporto in questione è il risultato del lavoro sinergico tra l’Ufficio Regionale per l’Europa dell’OMS e l’Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti e per il contrasto delle malattie della Povertà (INMP). Esso vede la luce nell’ambito del Migration and Health programme, un progetto avviato in seno all’OMS e che si occupa di aiutare gli Stati membri a rispondere alle nuove sfide ed esigenze nel campo sanitario, che si presentano in numero sempre maggiore a seguito del crescente afflusso di migranti e rifugiati.

La relazione è suddivisa in 4 capitoli.

Il primo si occupa della valutazione della situazione attuale, offrendo una panoramica generale relativa alla salute di migranti e rifugiati; nonché degli strumenti giuridici adottati a livello internazionale per la realizzazione degli obiettivi prestabiliti.

Il secondo analizza in maniera più specifica, grazie all’ausilio di dati e statistiche, l’incidenza di specifiche malattie (tubercolosi, malattie infantili, possibilità di infarto, diabete, disturbi psichiatrici e neurologici, malattie tropicali, problemi dermatologici, difficoltà relative alla maternità ecc..), i rischi in cui incorrono i migranti (maltrattamenti, violenza sessuale, sfruttamento sessuale, tratta di esseri umani ecc..), e l’effettiva risposta degli Stati a tali esigenze.

Il terzo e il quarto si occupano di analizzare i punti deboli del sistema, predisponendo strategie mirate alla realizzazione, in maniera sempre più efficiente, di una tutela sanitaria efficace sia per i migranti che per i Paesi ospitanti.

Infine, un ulteriore obiettivo dell’analisi svolta dall’OMS, consiste nello sfatare molti falsi miti relativi all’immigrazione in Europa.

In sintesi, il quadro che emerge dal rapporto risulta il seguente:

-          Nella Regione Europea, i migranti internazionali costituiscono il 10% della popolazione della regione stessa, di cui meno del 7,4% di questi sono rifugiati. In totale, costituiscono il 35% della popolazione migrante a livello mondiale. In alcuni paesi europei spesso i cittadini sono convinti che i migranti siano il triplo o il quadruplo del numero realmente presente nel territorio;

-          Vi è un basso rischio di contagio di malattie trasmissibili da parte della popolazione migrante a quella ospitante. Al contrario i dati dimostrano che migranti e rifugiati si ammalano (malattie non trasmissibili quali ipertensione, cancro, disturbi cardiovascolari…ecc.) maggiormente una volta raggiunto il paese ospitante. Spesso inoltre il viaggio stesso è fonte di malattia, indebolimento o morte;

-          Le modalità nonché le possibilità di accesso all’assistenza sanitaria e sociale variano molto in base al singolo stato membro. Causa di tali differenze sono le barriere linguistiche, la discriminazione e lo status giuridico dei soggetti ospitati;

-          Nonostante i risultati sinora raggiunti in ambito sanitario siano tendenzialmente positivi, si rileva una mancanza di effettiva affidabilità dei dati forniti dagli Stati membri, in quanto solo 20 dei 40 paesi che hanno aderito all’indagine (su 53) sono dotati di database specifici per la raccolta di informazioni sulla salute di migranti e rifugiati;

In conclusione, per il raggiungimento degli obiettivi enunciati dall’ Health 2020, quadro di intervento politico sanitario elaborato dal Comitato OMS Regionale per l’Europa nel 2012, occorre lavorare ancora su alcuni punti. In particolar modo bisogna implementare l’intervento sanitario immediatamente successivo all’arrivo in Europa dei migranti, nonché incrementare le risorse finanziarie, le partnership, le risorse mediche e i sistemi di governance nazionali. Tutto questo nel rispetto del principio per cui, come affermato da Zsuzsanna Jakab, Direttore per l’ufficio regionale per l’Europa OMS, “Refugees and migrants enjoy the same human right to health as everyone else”.

Francesca Bortolin
Pubblicato il: Martedì, 01 Gennaio 2019 - Ultima modifica: Lunedì, 12 Agosto 2019
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