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Corte Europea dei Diritti dell'Uomo - Glukhin c. Russia: la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo condanna la Russia per l’utilizzo di sistemi di riconoscimento facciale in occasione di una manifestazione pacifica per violazione della libertà di espressione e del diritto al rispetto della vita privata
4 luglio 2023

Il 4 luglio 2023 la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha stabilito che la condanna amministrativa comminata dalla Federazione Russa nei confronti del signor Glukhin e l'uso di tecnologia di riconoscimento facciale nei confronti dello stesso, hanno violato la sua libertà di espressione (articolo 10 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, d’ora in avanti “Convenzione”) e il suo diritto al rispetto della vita privata e familiare (articolo 8 della Convenzione).

Numero
11519/20
Anno
2023

La decisione ha origine dai fatti verificatisi il 23 agosto 2019, quando il signor Glukhin aveva viaggiato nella metropolitana di Mosca con una figura di cartone ritraente un dissidente, Konstanin Kotov, e uno striscione che ne lamentava l’incarcerazione. La polizia aveva scoperto tale manifestazione tramite foto e un video diffusi online e aveva successivamente acquisito le immagini delle telecamere a circuito chiuso della metropolitana. La Federazione Russa aveva quindi identificato il signor Glukhin molto rapidamente e comminato una sanzione amministrativa per non aver notificato alle autorità competenti la propria manifestazione.

Il ricorrente lamentava la violazione degli articoli 8 e 10 della Convenzione a causa della illegittimità della propria condanna. Inoltre, il signor Glukhin sosteneva di essere stato arrestato grazie all’utilizzo di sistemi di riconoscimento facciale (circostanza mai smentita dalla Federazione Russa).

Preliminarmente, la Corte ha affermato la propria giurisdizione, in quanto i fatti di causa sono avvenuti prima del 16 settembre 2022, data in cui la Federazione Russa ha cessato di essere membro della Convenzione europea.

Per quanto riguarda la limitazione della libertà di espressione, la Corte ha ritenuto che l’utilizzo di una figura di cartone rientri nelle forme di espressione del pensiero tutelate dall’articolo 10. Inoltre, il signor Glukhin era l’unico manifestante e non aveva rappresentato alcun pericolo per l'ordine pubblico o la sicurezza. Di conseguenza, la Federazione Russa non aveva fornito motivi pertinenti o sufficienti per giustificarne l’arresto e la condanna, in quanto la condotta punita era consistita nella mera omessa notifica alle autorità della propria manifestazione.

In relazione alla violazione del diritto al rispetto alla vita privata, la Corte ha accettato la ricostruzione del signor Glukhin secondo il quale sarebbero stati utilizzati sistemi di riconoscimento facciale, poiché la Federazione Russa non rende pubblico l’utilizzo di tali sistemi né ne ha negato l’utilizzo in corso di causa. Inoltre, la Corte ha tenuto in considerazione le informazioni pubbliche disponibili in relazione all’utilizzo da parte della Federazione Russa di sistemi di riconoscimento facciale in caso di manifestazioni al fine di identificare i partecipanti.

In relazione alla possibile ingerenza di un’autorità pubblica nella vita privata e familiare, il paragrafo 2 dell’articolo 8 della Convenzione stabilisce che tale ingerenza deve essere prevista da una legge e necessaria in una società democratica per ragioni (anche) di pubblica sicurezza e prevenzione dei reati. A questo riguardo, la Corte ha notato la genericità delle leggi nazionali russe (facenti riferimento in modo molto ampio alla amministrazione della giustizia) che regolano la portata e l'applicazione delle misure che coinvolgono l'utilizzo di sistemi di riconoscimento facciale e la mancanza di solide salvaguardie nei confronti di possibili abusi.

Quindi, sebbene la prevenzione del crimine sia uno scopo legittimo, le misure adottate nei confronti del signor Glukhin sono state particolarmente invasive in relazione alla tenuità dell’offesa (una mera infrazione amministrativa). Infatti, la Corte ha concluso che la manifestazione pacifica del ricorrente nelle stazioni della metropolitana di Mosca non aveva comportato alcuna minaccia per l'ordine pubblico o la sicurezza e quindi l'elaborazione dei dati personali del ricorrente aveva costituito un'invasione particolarmente significativa.

Di conseguenza, la Corte ha rilevato la violazione della libertà di espressione del signor Glukhin e del suo diritto al rispetto della vita privata e familiare.

Il testo della sentenza è disponibile al seguente link e nel box download

Giulia Olivato
Pubblicato il: Martedì, 04 Luglio 2023 - Ultima modifica: Lunedì, 09 Ottobre 2023
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